Libertà: il tuo colore é rosso come il sangue di Cristo morto in croce per liberare l’umanità dal peccato originale.
Rosso come il sole al tramonto, che si tuffa nel mare, tra Tindari e Milazzo in un pomeriggio d’estate, e lo ammiri libero di vederlo sorgere il giorno successivo.
Rosso come il sangue versato da Giovanni, che con Francesca, Antonio, Vito e Rocco, da quella sera del 23 maggio 1992 non lo ha più visto sorgere.
Giovanni è stato trucidato perchè credeva nel rinnovamento culturale della sua terra: credeva nella Libertà.
Libertà di vedere l’acqua sgorgare dai rubinetti di casa.
Libero … di gestire un’attività commerciale senza pagare il pizzo.
La libertà: fare non 100 passi, ma 1000 e più per fare informazione, libera.
Giovanni non era mai stanco e mai demordeva nella lotta che conduceva ogni giorno contro la mafia.
E la mafia lo ha eliminato in un modo tragicamente clamoroso, diverso dalla sue consuete e insane tradizione, per dimostrare la sua potenza distruttrice credendo di uccidere anche la Libertà.
Ma da quel giorno Giovanni é diventato il simbolo della libertà di noi tutti Siciliani e non.
Le sue idee saranno sempre il manifesto da cui tutti potranno attingere per l’affrancamento di tutto il paese dai ceppi dell’oppressione mafiosa ovunque si manifesti: ovunque non c’é legalità, libertà di opinione, libertà politica, libertà di credo, libertà di lavoro, libertà di vita.
Da quel giorno apparentemente non è cambiato granché in Sicilia, a Palermo e … nel nostro Bel Paese.
Il colore della libertà é ancora rosso come il sangue di altri morti ammazzati, caduti vittime di chi vuole il potere calpestando la libertà.
E l’acqua non scorre ancora dai rubinetti e il pizzo si paga ancora.
Ma la novità sono le idee, vive più che mai, di Giovanni e di tutti quelli che hanno gridato forte: Libertà! pagando con la propria vita.
Paolo, Boris, Rocco, Ninni e Roberto, Rosario, Libero.
Padre Pino Puglisi.
Torino, 18 maggio 2002
Musica scelta
Mattanza (da album FANNAN il terzo album dei Kunsertu pubblicato nel 1990
