gli scarpini da pallone

scarpinimagrini

Mai avrei immaginato di rimettere gli scarpini da pallone in un martedì sera come ieri. Come mai avrei immaginato che mi sarei dato al calcetto a 61 e fischia anni. Calcetto mai amato, anche perchè mi è costato la rottura del sinistro armo all’altezza del gomito. Eppure pioveva, a zuppa viddanu, ma pioveva.

6 maggio: ovviamente sei.

E inverno che tarda di molto a lasciare spazio alla primavera, almeno qui a Torino.

E mentre io indossavo gli scarpini, qualche centinaio di chilometri ad est di Torino si consumava la partita delle anno o quasi: Football Club Internazionale Milano vs Barcelona FC semifinali di ritorno di champions.

Incurante della pioggia e con compagni altrettanto indomiti, prima in 7, poi in 9 ed infine in 10, abbiamo dato vita ad una partita (esagero nel definirla così!) che ci ha divertito. Non sarò mai sufficientemente grato al poeta Sebastiano Bucolo per avermi coinvolto in questo gruppo del “calcetto”! Mai avrei pensato, nè osavo sperarlo, di tirare due calci ad un pallone e non sentir venir via le ginocchia con annessi e connessi. E per questo devo dire grazie ai miei e in particolare al mio personal trainer Alessandro.

Rinaldo Goti

Non sto a disturbare Rinaldo Goti, che è la persona più adatta a raccontarvi di calcio. Ieri il calcio è stato Football Club Internazionale Milano vs Barcelona FC. La partita l’avete sicuramente vista tutti, chi per tifare, chi per gufare. Chi come me perchè ama il calcio e stop. Due fenomeni in campo, Jamal e Sommer. Accompagnati da un Thuram la cui altra metà veste un’altra maglia: il papà era la loro somma e molto di più!
Ha vinto Sommer. Un atentico campione. Il capolavoro sull’ultimo tiro dell’indomito Jamal, a cui manca molto poco per ergersi a semidio del calcio. Lo ammiri e basta. Ti incazzi perchè gioca nel Barcelona e non nella tua squadra, ma lo ammiri, punto. Il resto tanta frenesia e decine di errori come nell’occasione del primo gol dell’Inter in cui il centrocampo presuntuoso e sciagurato del Barcellona perde il pallone nella sua tre quarti invitando a nozze i maghi del contropiede: Lautaro gol.
Poi è un duello da Ok Corral tra Jamal vs Sommer. Pure un palo verso la fine aiuta l’immarcescibile portiere. E il VAR, ah santo var! Rigore che da, rigore che toglie. Rigore per l’Inter, ma dopo altro errore a centrocampo. Penso che ieri sera hanno sbagliato più passaggi che in tutto il campionato, ma ci sta data la tensione e il valore della posta. L’arbitro non lo aveva visto. Rigore che toglie al Barcelona: il fallo è fuori dall’area.

2 a 2

Poi l’Inter si addormenta, diverse volte, in difesa in particolare. E dai che ci dai, ad un certo punto il Barcelona segna: prima accorcia le distanze e poi pareggia. In ciascuno dei due casi il giocatore ospite era stato lasciato tranquillamente da solo da una difesa distratta ma anche disfatta dal palleggio estenuante dei catalani. E poi succede il capolavoro, che neanche Alfred Hitchcock sarebbe stato in grado di concepire. Il Barcelona passa in vantaggio, per la prima volta in questa doppia sfida, ed ora tocca a l’Inter inseguire il pareggio, dopo essere stato avanti per ben tre volte e due di queste per ben due a zero. Mancano pochi minuti al termine e succede l’impensabile perchè il gol del pareggio lo realizza Acerbi da perfetto centravanti, dopo che Lautaro Martinez aveva lasciato posto a Taremi. E’ il solito Marcus Thuram a conquistare e difendere il pallone nella tre quarti avversaria. A servire Dunfries, che per quanto antipatia calcistica mi ispiri, è un esterno con grandi capacità offensive e ottime doti tecniche, che con l’ultimo goccio di energia (se mai ne avesse avuto ancora non so dove l’abbia presa!) resiste alla carica del difensore ed effettua un cross rasoterra che dire perfetto è poco. Lì Pelè, ossia il dio del calcio, ha deciso che ci dovesse essere Christian Vieri travestito da Francesco Acerbi e non poteva succedere altro che 3 a 3, grazie alla perfetta volée.

Supplementari di cuore

Supplementari di fiato, di energie nervose, ma sopratutto di cuore. E l’Inter, tra le poche squadre ad avere un numero significativo di calciatori italiani in campo (Acerbi, Bastoni, Barella, Frattesi, Di Marco, Darmian e quelli che ormai calcisticamente italiani sono come Hakan Çalhanoğlu, Lautaro Martinez e Henrikh Mkhitaryan, oltre ovviamente a Marcus Thurma da Parma), di cuore ne ha molto di più. Ha sopratutto il cuore di Frattesi, il guastatore, e la freddezza olimpica di Taremi nel servirlo, dopo aver ricevuto il pallone che Thuram gli ha passato con precisione chirurgica in area di rigore dopo uno slalom alla Tomba. Allora Frattesi, ha stoppato alla perfezione il pallone con i suoi scarpini, ha seduto con una finta uno dei boys catalani (provate a vedere quanti under c’erano in campo da quella parte ed era una semifinale di champions!!!) e poi ha mirato l’angolo lontano di un frastornato Wojciech Szczęsny (a proposito Juventus, lui è arrivato in semifinale di champions!!!) depositando in rete il pallone del 4 a 3 (evocazione di quell’altra sfida vinta ai supplementari dalla Nazionale Italiana in quel di Città del Messico).

E’ fatta!

Si è fatta per l’Inter. Ma senza Sommer saremo ancora davanti al video a guardare i calci di rigore. Tutti si stanno ancora chiedendo, a partire da mio figlio che certamente non ama i nerazzurri, come ha fatto Sommer a deviare quel tiro di Jamal: era perfetto, quasi, scriverei. Dall’altra parte del mondo il mio carissimo amico Paolo, mentre percorre in pullman la Bolivia in direzione sud, mi scrive: “Lezione di calcio a quei polli spagnoli. Sul 2-3 solo loro potevano perderla“. Come per rievocare un pò il Brasile di Spagna ’82 nel fatidico 3 a 2, preludio dell’Italia Campione del Mondo. E ancora:”Sono su un bus notturno che mi porta al sud della Bolivia e abbiamo un fuso orario di sei ore“. Ed infine: “Vero. Grande Sommer!” Lui interista sfegatato come nessuno, forse solo Pippo Giuseppe Palladino da Sant’Agata di Militello lo supera ma per anzianità, ma leale e ottimo conoscitore di calcio in grado di fare i complimenti anche ai cugini rossoneri nelle occasioni in cui sono stati più bravi. E quest’anno è successo diverse volte. Non farà la storia come una finale di champions, ma ci si può accontentare di una finale di Coppa Italia, che poi però bisogna vincere Bologna permettendo. E poi la chiusura è su Jamal: “E’ veramente un fenomeno“. Onore a Paolo. A quest’ora si sarà addormentato. E quando arriverà a destinazione, spero che si faccia sentire. Ogni tanto guardo le sue foto su Instagram. Non vi svelo nulla perchè sono certo che di questo viaggio scriverà lui stesso un diario. Partire dall’Italia a 62 anni lasciando tutto! Boh!

nell’ombelico del mondo

Intanto saluto Rinaldo Goti. L’ultimo suo post si è fermato sul palo.

E saluto pure i due “Santino”, amici di infanzia dell’oratorio. Due la cui fede interista non è mai venuta meno, neanche quando Marotta è diventato il direttore generale della loro amata squadra.

Ci sarebbero tanti interisti da salutare e poi fare come ha fatto GENE, al secolo Luigi Genesio, che da buon Juventino sulla sua pagina social ha reso merito al successo dell’Inter: ” A parte le gufate … complimenti all’Inter.”

E poi un saluto a Monica: “Te lo avevo detto: abbiamo battuto i futuri campioni d’Europa.Lei, che è interista come Serena la mia collega, mi risponde: “Non sono in grado di intendere e di volere in questo momento… in ogni caso ne riparliamo il 1 giugno…“. Va bene Monica. Staremo a vedere.

Staremo a vedere se il mio pronostico si avvererà.

Un caro saluto a tutti i miei lettori e vi ricordo: 13 giugno Teatro MONTEROSA, con i GROOVE MACHINE e il poeta Sebastiano Bucolo. Nell’ombelico del mondo.

Qualcuno sta già ballando.

O meglio qualcuno sa che andrà a Roma, il Papa lo avranno già proclamato il 31 maggio 2025 e quindi dovrà fare di tutto per vederlo e poi ballerà.