Il 16 marzo è stata una domenica mattina speciale, veramente speciale.
Prima la F1, poi mio figlio “personal personal trainer” e poi le poesie di Sebastiano. Sebastiano Bucolo, un amico medico del Giovanni Bosco, ha presentato il suo libro di poesie da “Tindari a Superga”.
Vi racconto il perchè questa è stata una domenica mattina speciale: ora vegnu e m’ spiegu.
Veramente speciale
Io così l’ho vissuta. Sveglia come al solito verso le 5. L’orologio del mio cellulare segnava le 5.09, per la precisione. La partenza del gran premio di F1 era stata rimandata, credo per pioggia, alle 5.24 ora italiana. Massimo “il pilota” era a Malpensa, dove aspettava il pullman per Torino dopo aver conseguito il rinnovo della licenza di volo europea. E allora, dato che pure lui era sveglio, ci siamo sentiti. Massimo è rientrato il 13 mattina da Hong Kong con la moglie Ketty. Mi dice sempre che non si sa mai cosa può riservare il futuro e quindi ha pensato bene, prima di raggiungere Torino, di completare la simulazione di volo per aggiornare la sua patente europea. Lui lavorare in Giappone come pilota d’aereo, da comandante. Ha dovuto prendere la licenza giapponese altrimenti lì non avrebbe potuto lavorare e quindi lui ha due licenze. Della serie i Giapponesi non si fidano degli altri e quindi se vuoi volare la licenza da loro devi pigliare. Per far vedere a lui le ultime battute del gran premio ho fatto una videochiamata con whatsapp e così abbiamo visto insieme gli ultimi giri e purtroppo anche la prova indecorosa della Ferrari: una coltellata per gli appassionati e tifosi, me e lui compresi.
Poi verso le 7 ho fatto colazione, ma l’orologio stavolta non l’ho manco guardato, quindi presumo che fosse quell’ora lì.
In palestra
Nel frattempo in casa si sono svegliati tutti, manco fosse un giorno lavorativo.
Marta ha iniziato i suoi preparativi perchè l’attendeva un pranzo con gli amici in centro. Quei pranzi della serie che ciascuno prepara qualcosa! Lucia si predisponeva a fare la sua colazione consueta, ma con i ritmi domenicali, ossia a 1,5 chilometri orari se dovessimo ragionare con il tapis roulant della palestra. Palestra che quella mattina avrebbe avuto la presenza contemporanea di almeno tre membri della famiglia perchè, udite, udite, Giuseppe Giulio, il nostro secondo genito, nel senso mio e di Lucia, sarebbe venuto a farmi da “personal personal trainer”.
Sono stati dolori. Per prima cosa morali, poi mentali ed infine fisici. Provate voi ad avere un figlio che sa fare bene tutti gli esercizi e vi sprona a fare la stessa cosa dopo chi vi ha fatto vedere come si fa, ma sopratutto ha 41 anni meno di voi. Non solo, ma vi fa pure la ramanzina se mollate un’attimo la concentrazione o l’intensità. E se non bastasse, pure la predica vi fa se non state attenti quando spiega oppure non eseguite correttamente l’esercizio.
“Comunque te li devi fare i video. E li devi mandare ad Alessandro.” Così mi ha apostrofato mentre io emettevo smorfie e suoni dovuti alla fatica che stavo sopportando. Nel frattempo è arrivata Lucia e, come se non bastasse, anche lei si è messa a dare consiglio sulla postura del corpo durante questo e quell’altro esercizio. Per carità, niente da dire, mi vogliono un bene dell’anima :-). Poi finalmente il momento dell’agognata doccia. E poi via a casa a fare colazione.
la dieta
Sono a dieta e ho dovuto seguire la dieta di Morena (simpatica è simpatica e macari brava, ma…, l’indirizzo ce lo avete e quindi, se volete fare la dieta e non conoscete nessuno, adesso non avete più scuse!). Con Alessandro, il personal trainer e fisioterapista, fanno una coppia vincente: se riescono a resistere ed io mi piego, com’u iuncu quannu passa a china, allora sono veramente in gamba. Vabbè un pò di pubblicità si può fare: sono due bravi ragazzi e sono anche molto preparati! E se no che li pago a fare!!!
“Vado a messa delle 10 al Michele Rua, Lucia, e poi alle 12 rientrerò perchè Giuseppe Giulio deve pranzare: ha la partita e deve essere alle 13 al campo”. “Sì Nino, ma ricordati che c’è da portare ad asciugare la biancheria alla washateria”. Risultato: è andata lei.
“Bastiano e i so’ poesii”
E come per magia il cellulare annuncia un evento: ore 10.30. Mi stavo dimenticando che la mattinata era dedicata a Sebastiano Bucolo: avevo un appuntamento importante che riguardava la presentazione del suo primo libro di poesie. Sebastiano è un medico otorino laringoiatra anche lui nativo di Barcellona Pozzo di Gotto, amico d’infanzia di mio fratello Corrado. Da quando si è trasferito a Torino è diventato il nostro punto di riferimento insieme alla moglie Loredana, infermiera in pediatria al Giovanni Bosco l’ospedale di Torino Nord.
“Azz Lucia, c’è la presentazione al Polo del Novecento di Sebastiano. Ma fortunatamente lo avevo messo su calendar e sono in tempo a partecipare. Chi malafigura c’avissi fattu!“.
Vabbè poi in effetti trovare parcheggio quella mattina è stato non proprio semplice. La sala non riusciva a contenere la quantità di gente convenuta per l’occasione: u dutturi famosu eni!
E per raggiungere un posto decedente, da dove potevo vedere ma sopratutto sentire, ho dovuto fare a spallate tra gli spettatori attenti ad ogni parola che usciva dalla bocca di Sebastiano, al suo viso che disegnava espressioni a me famigliari, ai gesti delle mani che accompagnavano le sue parole (eh,eh noi siciliani gesticoliamo molto non lo sapete, eh, eh!), al suo sorriso che illumina.
Sì, Sebastiano è uno che sa veramente accattivarsi la simpatia di tutti. Pur essendo diventato un medico conosciuto, e direi un professore nella sua disciplina, ha mantenuto quella semplicità contadina che contraddistingue le sue origini e che è tanto accogliente dalle nostre parti.
il passaggio a livello che non c’è più
Io sono nato vicino al passaggio a livello, che hanno tolto non molto tempo fa e hanno realizzato una strada sul vecchio tracciato ferroviario che dovrebbe fungere da tangenziale interna e collegare la zona di Sant’Andrea a a quella di Sant’Antonino evitando il nodo di San Giovanni, in una piccolissima stradina: Via Giovanni Prati. Sebastiano invece è nato a Pozzo di Gotto, (pozzo dei Goti probabilmente), che con la chiesa di San Giovanni rimane la parte più antica del paese. Prima Pozzo di Gotto faceva parte del comune di Milazzo, mentre Barcellona era sotto il comune di Castroreale. Ecco da dove nasce il nome della stazione ferroviaria Barcellona-Castroreale. Insomma sono riuscito a sentire gran parte della sua presentazione e comunque fino alla fine. Sono riuscito anche a farmi autografare il libro.
Che belle poesie!
Una voce femminile le declamava e traduceva quelle che lo stesso “poeta” recitava in dialetto.
quanta commozione
La mia mente riproduceva le immagini dei luoghi raccontati dai testi. Quanta commozione in tutti i presenti. Figuratevi in me: non sarebbero bastati dieci fazzoletti ad asciugare le mie lacrime. E quando è stata declamata la poesie sulla processione delle “varette” del Venerdì Santo, l’emozione ha raggiunto il culmine
La processione delle “varette” è doppia perchè ci sono quelle di Pozzo di Gotto e quelle di Barcellona,
da sempre,
da quando siamo nati.
E si incontrano sul ponte del torrente Longano per rimarcare l’unione di Barcellona e Pozzo di Gotto che ha dato le origini al comune attuale.

E commozione ulteriori ha suscitato in me la poesia in cui descrive il Santuario del Tindari e la similitudine con Superga. La tradizione in Provincia di Messina ci vuole pellegrini lungo il sentiero che porta alla chiesa antica ormai inglobata in quella moderna: “a nchiamata da cuda a vuppi“, così si chiama nel nostro dialetto. E poi la salita di Superga da …
Mi fermo qui.
Ci sarà un seguito con Sebastiano.
Intanto alla presentazione sono riuscito ad andare.
“U ciauru da zagara ti inchi u pettu e ricria u cori.
Vaddannu Milazzu da Stazioni ti pari di esseri m’paradisu
e non bastunu mancu i lacrimi pi salutari u me paesi, a mamma, a me frati e a so figghiu, a Zia Aurelia, si non sapissi chiddu chi lassa’ a Torinu e chi spetta u me ritornu.”
