“Torino vista dalla stazione Rebaudengo Fossata”,
titola Marta la sua recensione su “La Voce E IlTempo” del libro che ho da pochi mesi pubblicato grazie a Edizioni Mille. E così mi dà l’occasione di riallacciare il filo con il progetto Bimbi Sperduti, che da qualche tempo mi sembra di aver perduto.
Nei giorni scorsi sono capitati diversi fatti. Uno su tutti mi ha toccato profondamente: il lutto per la perdita di mia mamma. Il mese di maggio era già stato segnato dalla scomparsa di alcuni amici molto cari e la morte di mamma è stata come un fulmine a ciel sereno.
Don Mario e la comunità del San Luigi
Qualche giorno prima ero andato a trovare Don Mario al San Luigi e con la scusa ero riuscito a salutare il mio primo direttore regionale Guido, salesiano coadiutore, che alla soglia dei 90 anni mantiene sempre il suo aplomb inglese e il suo sorriso che ti accoglie e ti trasmette serenità. Ci siamo raccontati le cose che viviamo oggi e abbiamo fatto un cenno ai tempi passati, ricordando in particolare Flaviano. Gli ho donato il libro Stazione di Torino Rebaudengo Fossata e poi ci siamo salutati.
Da Don Mario ci devo ritornare ma non da solo, bensì con il gruppetto di amici che sostengono il progetto “Bimbi Sperduti” sin dalla sua nascita. E’ importante vedere come funziona la comunità e quali sono le esigenze di tutti i giorni. Tony era rimasto particolarmente colpito dal suo racconto nell’incontro fatto ai “Bagni Pubblici” di Via Agliè insieme ad Isabella, Massimo, Laura, Luca, Carlo Alberto, Carolina e Lucia. Poi lui, Don Mario, non si era fermato neanche a mangiare un boccone perchè aveva i suoi “bimbi sperduti” da accudire. Ora è necessario che lo andiamo a trovare proprio al San Luigi. Servirà a capire meglio e speriamo a coinvolgere altra gente.

il progetto “bimbi Sperduti”
Tutto ciò che stiamo facendo e comunque frutto, come scrive Marta, di alcuni post che non avevano altro che l’idea di sensibilizzare la Città sulle sorti di questa stazione della periferia nord di Torino, che come mi ha detto Erica, direttrice ed animatrice dei “Bagni Pubblici” di Via Agliè, oggi è il “Centro nevralgico di Torino” più di quanto si voglia far credere. E magari proprio da lei potremmo organizzare la presentazione del libro per mettere sempre più al centro la Stazione e la Barriera di Milano. Siamo qui sostiene Erica e non abbiamo nessuna intenzione di fare un passo indietro, anzi nuove attività si susseguono nelle vie più nevralgiche del territorio e nuove idee nascono sempre con l’idea di migliorare la nostra Circoscrizione e di conseguenza la nostra Città.
Ma torniamo alla recensione di Marta Gentile, beh si è mia figlia e la conoscete perchè ho già pubblicato un suo scritto che riguardava la Sicilia.
Eccovi la sua recensione pubblicata su La Voce e Il Tempo del 6 luglio
“Nel suo esordio editoriale, «Stazione di Torino Rebaudengo Fossata. Appunti di un viaggio introspettivo» (edizioni Mille), Nino Gentile, formatore nella formazione professionale salesiana, unisce il racconto di un’esperienza personale – il trasferimento lavorativo da Torino a Novara che lo costringe a diventare pendolare per oltre un anno – e l’impegno civile, da sempre elemento fondamentale nella sua vita. Fattore scatenante: la frequentazione della stazione Rebaudengo Fossata, alla periferia nord di Torino. Una stazione lasciata a sé stessa, di cui ogni giorno, o quasi, l’autore racconta le problematiche ma che col tempo diventa anche un luogo di incontro e di scambio con le tante persone che la attraversano. Nati come pensieri da condividere sui social, i frammenti di vita quotidiana si trasformano, all’interno del libro, in brevi racconti collegati tra loro dalla metafora del viaggio. Il viaggio come esperienza che fa parte della vita dell’autore fin dalla sua giovinezza: siciliano per nascita e trasferitosi a Torino per studio nell’ottobre 1982. Un viaggio che in questo contesto non viene idealizzato, ma di cui traspare la fatica piscologica, e che diventa un momento per riflettere sulla contemporaneità, sulla città e sulla politica. «Stazione Rebaudengo Fossata. Appunti di un viaggio introspettivo», tuttavia, non è un’opera fine a sé stessa o un mero esercizio di stile, ma rientra nel progetto «Bimbi sperduti», un’iniziativa messa in piedi dall’autore, insieme alla collaborazione di tanti amici e con il supporto dell’editore, che nasce dal lavoro svolto nella formazione professionale salesiana e dall’insegnamento di Don Bosco di non lasciare da soli i giovani, soprattutto quelli con le storie più complesse. Ed è così che Nino Gentile racconta nelle pagine di questo libro anche l’incontro con i suoi allievi e le sue allieve del Cnos-Fap di Novara e della missione che ha portato avanti, insieme ai suoi colleghi, per «formarli» ed insegnare loro un mestiere. «Bimbi sperduti» si articola nel concreto sostenendo economicamente – attraverso il ricavato delle vendite dei libri – realtà che si occupano di supportare giovani e famiglie in difficoltà. Nello specifico, i progetti selezionati sono: «Casa che accoglie » dell’oratorio salesiano San Paolo di Torino, che si occupa dell’accoglienza di comunità di minori stranieri non accompagnati; «Mamme con bambini» del Sermig, che si occupa di donne sole e nuclei mamma/bambino con difficoltà di carattere sociale, economico o psicologico; le Fonderie Ozanam, che si occupano di formare ragazzi con disabilità o a rischio devianza insegnandogli il mestiere della ristorazione. Il libro porta dunque il lettore a immedesimarsi negli squarci di vita quotidiana, raccontata da un abitante di Torino, e a domandarsi che cosa può fare per essere un cittadino più consapevole.
Nino Gentile, Stazione di Torino Rebaudengo Fossata edizioni Mille,
pag. 98, euro 15.
Adesso non trovo le parole per concludere questo mio scritto, ma penso che possiate aver compreso quanto siamo convinti dell’importanza di questo progetto e che ancor più dei soldi che potremo raccogliere, molto più importante sarà parlare di questi minori stranieri non accompagnati e di coloro i quali li accolgono senza se e senza ma.
Ma che comunque hanno bisogno del nostro aiuto, dell’aiuto di tutti.
Ps: A proposito, La Voce E Il Tempo, contiene degli articoli molto interessanti a partire da quello di Irene Masserano, che ci trasmette L’APPELLO di aiuto DI «CASA CLARA» DI VIA STRADELLA dove si può gustare un gelato ed una granita siciliana entrambi molto buoni ed io ne sono testimone perchè con alcuni amici qualche sabato fa sono andato a gustarmeli. Diamo una mano a Clara a rimanere aperta.